Reddito di cittadinanza: 650 mila famiglie tremano, cosa stanno rischiando

Occhio ai cambiamenti che verranno apportati al reddito di cittadinanza dal nuovo governo. Ecco chi rischia di perdere il sussidio e a partire da quando.

Pessime notizie per molti percettori del reddito di cittadinanza che, fra qualche mese, dovranno dire addio al sussidio targato Movimento 5 Stelle. Ma per quale motivo e di chi si tratta? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Reddito di cittadinanza perdita sussidio 2023
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Lo scorso 25 settembre gli italiani hanno deciso di affidare la guida del nostro Paese al partito guidato da Giorgia Meloni. Sarà quindi la coalizione di centro destra a dover prendere delle decisioni importanti nel corso dei prossimi anni, al fine di favorire il rilancio dell’economia nostrana.

Proprio le tasche degli italiani, purtroppo, continuano a essere pesantemente colpite da tutta una serie di fattori. Ne sono un chiaro esempio il Covid prima e l’aumento generale dei prezzi poi, che vanno a ridurre il nostro potere di acquisto. Una situazione difficile da gestire, con sempre più famiglie che riscontrano delle serie difficoltà nel riuscire ad arrivare alla fine del mese.

Reddito di cittadinanza, chi rischia di perdere il sussidio: cosa prevede la Legge di Bilancio 2023

Un contesto difficile, quello in cui ci ritroviamo a vivere, dove a ricoprire un ruolo importante sono i vari sussidi economici messi in campo dal governo. Tra questi si annovera il reddito di cittadinanza che sarà protagonista di importanti cambiamenti. Entrando nei dettagli, così come riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il DDL Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri prevede un

“periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza. Dal 1 gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale”.

Proprio i cosiddetti  occupabili, ovvero coloro aventi un’età compresa tra i 18 anni compiuti e i 65 anni non compiuti, che sono nella condizione di poter lavorare, si vedranno riconoscere il reddito di cittadinanza per massimo otto mesi. Trascorso tale lasso di tempo oppure nel caso i soggetti interessati rifiutino la prima offerta congrua, ecco che non avranno più diritto a vedersi erogare il sussidio targato Movimento 5 Stelle.

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