Aumenti delle pensioni, ora ci sono le cifre comunicate dall’INPS

“Aumenti delle pensioni” è lo slogan degli ultimi mesi ma come si traduce in cifre questa promessa? Siamo a novembre, gli incrementi sono scattati già da un mese e l’INPS riporta gli importi corretti.

Un dossier con tutti gli aumenti di ottobre, novembre e dicembre. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale scrive nero su bianco i risultati della rivalutazione.

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Perequazione è un termine che tutti i pensionati conoscono bene. Solitamente se ne sente parlare a gennaio ma nel 2022 c’è stato uno scombussolamento del meccanismo tant’è che si sente parlare di rivalutazione anticipata delle pensioni dai mesi estivi. Sarebbe un adeguamento al costo della vita – di questo si tratta – anche se per avvicinare gli aumenti al livello dell’inflazione attuale occorrerebbe fare un enorme salto in avanti. Per il momento, invece, il salto è in una piccola pozzanghera che aiuterà minimamente i pensionati. La percentuale della perequazione è, infatti, del 2% a cui si aggiunge un conguaglio dello 0,2%. Tradotto in cifre, l’aumento nel cedolino corrisponde ad un massimo di 50 euro circa per le pensioni più “ricche” (2.692 euro). Il 2%, però, verrà applicato anche sulla tredicesima che si riceverà a dicembre. Il quadro è chiaro, piccoli incrementi di dubbia utilità – fortunatamente nel frattempo sono stati erogati il Bonus 200 euro e il Bonus 150 euro per sollevare l’umore dei pensionati – ma vediamo nello specifico di quali cifre si tratta.

Aumenti delle pensioni, cifre lontane dal far dire “wow”

Sono circa 11,5 milioni di persone a beneficiare della rivalutazione anticipata da ottobre a dicembre 2022, ossia tutti coloro con reddito nel 2021 inferiore a 35 mila euro. La perequazione del 2% non è del 100% per tutti i pensionati. La percentuale diminuisce al crescere del reddito. L’INPS riporta per la fascia da 0 a 2.097,40 euro un incremento massimo di 41,95 euro, da 2.097,41 a 2.621,75 euro di massimo 51,39 euro da 2.621,76 a 2.692 euro di 52,44 euro al massimo. Fino a 2.744,44 euro si applica la clausola di salvaguardia calcolando la maggiorazione sulla differenza tra la pensione e il limite massimo.

L’INPS chiarisce, poi, l’aggiunta dello 0,2% identificando tale percentuale con il conguaglio dovuto alla differenza tra indice di inflazione stimato all’1,7% e indice effettivamente raggiunto a gennaio 2022 ossia 1,9%. Per questo conguaglio non ci sono limiti reddituali da rispettare.

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Quando i nuovi incrementi?

Dal mese di gennaio scatterà la rivalutazione ufficiale, quella senza “tagli”. Ciò significa che il tasso dovrà essere in linea con l’inflazione degli ultimi tempi. Nello specifico sembrerebbe che il Governo abbia optato per un 7,2%. Di conseguenza le pensioni subiranno un nuovo ricalcolo che porterà i pensionati a ricevere importi più elevati. Saranno cifre da far esclamare “wow”? Poniamo il caso di un assegno da 1.200 euro. Con la perequazione arriverà a circa 1.286 euro. Come salveranno questi 86 euro dall’inflazione? Solo se verranno affiancati da altri interventi salva-italiani potranno strappare un sorriso. Per il momento bisogna accontentarsi, però, sempre meglio di niente.

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